giovedì 27 maggio 2010
E poi
E poi, scopri che nella maggior parte dei casi è tutto molto più complicato di quanto ti immaginassi.
Al Liceo ti hanno insegnato che l'Università è il biglietto del treno senza il quale non ti sarebbe concesso salire a bordo del treno della realizzazione lavorativa e delle soddisfazioni emolumentarie. Senza il quale saresti un emerito Sig. Nessuno, senza lavoro, senza titolo, senza parole, opinioni, cultura, conoscenze. Senza qualcosa da dire e da lasciare, insomma.
All' Università ti hanno fatto credere di far parte dell' Elite dei Pochi, che quei 5 anni ti stavano rendendo speciale, superiore, eccelsa, colta e raffinata, ma soprattutto ti stavano dando il lasciapassare per il Lavoro Migliore del Mondo, quello che ti avrebbe trasformata nella donna di successo che non puoi non sognare di diventare un giorno.
Ti laurei, e inizi a cercare lavoro.
Il tuo curriculum vitae aggiornato e fresco di stampa dice che hai 26 anni, maturità classica, una laurea, una laurea specialistica, l'esame di stato, inglese fluente e diversi viaggi- studio all'estero all'attivo, conosci tutto il pacchetto Office, hai l'hobby della danza classica, che pratichi da 20 anni, sei una ragazza solare, seria, precisa, determinata, che ama il contatto con le persone e lavorare in team.
Eppure.
Eppure un lavoro per te non c'è.
No, non IL Lavoro Perfetto.
UN qualsiasi lavoro del cavolo.
Un qualsiasi lavoro del cavolo per te non c'è.
Ed ecco che scopri che per un eventuale datore di lavoro, avere 2 anni di esperienza lavorativa conta molto più che aver studiato 5 anni di università.
Che essere una ragazza di 26 anni, fidanzata, significa che SICURAMENTE ti stai per sposare e quindi altrettanto SICURAMENTE hai intenzione di sfornare un figlio presto, e altro quindi SICURAMENTE questi sono handicap che un eventuale datore di lavoro non può non prendere in considerazione, in fase di colloquio.
Perchè scopri che essere donna, in età fertile, con legame quasi coniugale, per un eventuale datore di lavoro significa che non saresti la dipendente perfetta, avresti troppe esigenze, troppe richieste, troppi diritti da far valere, e troppi “interessi al di fuori dell'azienda”, per cui non avresti lo spirito di sacrificio richiesto.
Quindi, accantoni l'idea del Lavoro Perfetto che ti vede come titolare di te stessa, che ti fa girare il mondo, guadagnare una barcata di soldi, vivere in una casa lussuosa e avere gli orari che ti pare.....
e inizi a rivedere i tuoi piani...
Allora scopri che essere donna in Italia significa inevitabilmente, prima o poi, fare LA scelta.
Una scelta di Qualità e di Vita.
Carriera o Famiglia.
Ti dici che le potresti avere entrambe...
…..ma iniziando a lavorare e guardandoti attentamente intorno, scopri che le donne che hanno tentato di fare il Colpo Gobbo in realtà sono donne in carriera con il cellulare perennemente attaccato all'orecchio, in linea diretta con la tata di turno, l'asilo che non tiene il bimbo perchè è malato, la pediatra che chiede sintomi che la madre non ha avuto il tempo di appurare perchè aveva quella conference con la Cina a cui proprio non poteva mancare...e mentre si perdono gli anni migliori dei figli, il primo dente, la prima parola, il passaggio dal gattonare al camminare, vedono anche colleghi arrivisti fare la scalata per raggiungerle e infine ecco, sorpassarle, doppiandole sul più bello, nonostante gli innumerevoli sacrifici.
Spaccarsi in quattro per avere tutto, e poi finire ad avere in mano poco o niente...
No, non fa.
Quindi cambi mire, ricalcoli il tiro, fai la famosa scelta e decidi che la tua priorità è farti una famiglia, e VIVERTELA, e quindi ti sposi nonostante il contratto a progetto, e fai il mutuo nonostante la precarietà della tua situazione. Inizia la tua vita da adulta, e ne scopri via via tutto l'amaro.
Vieni lasciata a casa.
Cambi lavoro, ma il contratto è solo di 2 mesi.
Ne trovi un altro, stappi lo champagne perchè firmi addirittura per un anno...e poi il tuo capo si trasferisce in Francia, non ha più bisogno di te e da un giorno all'altro dopo solo 1 mese di lavoro sei di nuovo a casa, senza né preavviso né liquidazione...
Ora sei sposata, quindi i colloqui vanno tutti a finire lì, su quanto sia 'pericoloso' il tuo istinto materno, sui tuoi 29 anni e l'orologio biologico che avanza...
E tu al ritorno da quegli interrogatori in cui menti sul desiderio di avere un figlio subito, ti guardi allo specchio e invece di te stessa vedi carne da macello con su un'etichetta con data di scadenza neanche troppo lontana....
Ok, sono una ragazza fortunata.
Dopo 3 anni così, ora ho un buon posto di lavoro, vicino a casa, ambito affascinante, stipendio nella media che permette di coprire tutta la rata del mutuo e di vivere bene con quello di Lui, e dei genitori fantastici e generosi, che so sarebbero pronti ad aiutarci in tutto e per tutto e a darci l'anima, qualora la crisi diventasse veramente seria.
Eppure tremo, perchè domani scadrà il mese di prova, e io non so cosa ne sarà di me.
Verrò prorogata?
Se si, per quanto tempo?
Ancora un mese, e così via, andando avanti, un mese alla volta, per chissà quanto?
E se fosse per 6 mesi, cosa faccio, smetto di cercare un figlio perchè se resto incinta, allo scadere del contratto mi lasciano a casa?
Davvero vale la pena mettere in secondo piano il mio desiderio di avere un bambino e la mia famiglia, per qualcosa che ad oggi non mi ha dato niente se non insoddisfazione, umiliazioni, sminuendo tutto quello che sono e che ho da dare???
No.
Io scelgo me, e la mia Plectrude.
Ciascuna di noi è eccezionale e unica, e ha le risorse per sopravvivere, per andare a vanti, per trovare la propria strada.
Se perderò il lavoro quando resterò incinta, vorrà dire che quando sarà il momento cercherò qualcos'altro.
E se non troverò un lavoro, vorrà dire che ne inventerò uno, reinventerò me stessa, mi rimetterò in gioco in modi nuovi, scriverò, darò lezioni di danza, di greco e latino, di storia, di inglese, farò la rappresentante di prodotti, la modella per parrucchieri, la babysitter, la dogsitter.
Sarò pronta a qualunque sacrificio.
Lotterò finchè non troverò di nuovo il mio posto nel mondo.
Ma una differenza ci sarà.
Sarò una Donna più ricca e completa di ora.
Sarò finalmente la Donna che ho sempre sognato di diventare un giorno.
Perchè avrò la mia Famiglia a cui tornare, ogni sera.
Bene, non tremo più.
Ho fatto la mia scelta.
E ho scelto di lottare.
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2 commenti:
Siamo donne, siamo forti. Non per scelta nostra ma per spirito di sopravvivenza!
Mile
Ma non ho capito se chiamerai tua figlia Plectrude oppure se Plectrude è un concetto.
UPS
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