lunedì 20 giugno 2011

Riflessioni

In questi giorni la mia testa è stata popolata da riflessioni tra le più svariate.
Riflessioni sul lavoro.
Su quanto questo anno e mezzo mi abbia vista crescere in azienda, e moltiplicare le responsabilità.
Dopo l'ennesima settimana devasto a Pitti, poi...
Eppure mi trovo a dover aspettare comunque Ottobre con ansia, dal momento che il mio contratto è a scadenza.
Riflessioni sulla privacy in rete.
Sul fatto che amo scrivere, e scrivo scrivo scrivo ovunque, e solo in un secondo momento scopro che a leggermi non sono solo le persone che mi vogliono bene o che sto iniziando a conoscere...e poi a rimetterci sono sempre io.
Quindi corro ai ripari, imposto ovunque le privacy più rigide, e mi rendo conto però che così facendo perdo grandissima parte della vastità del web e tutta la libertà di pensiero e parola.
Certo che... i tempi del diario segreto con la chiave sono proprio finiti, eh...?
Riflessioni sulla maternità, su questo desiderio così immenso che straborda nelle immense stanze della mia anima, e che a volte si stacca dal contensto della mia vita quotidiana e diventa un'icona, un'immagine, un'idea astratta e perfetta, da raggiungere...cosa che mi spaventa. L'idealizzazione.
Non so se mai riuscirò ad essere madre, non so se mai vivrò la commozione di un test positivo, l'emozione del primo calcetto, i dolori del parto, la totalità del primo sguardo a mia/o figlia/o.
E mi rendo conto, facendo questi pensieri, che io di 'concretezza della maternità' non so nulla.
Io sono solo una sognatrice con le parole. Io sono solo una pittrice di illusioni.
Io mi sento solo una poetessa della chimera.
Riflessioni sulle amicizie.
Su come sappiano sbocciare all'improvviso, quando meno te lo aspetti, e sui terreni più accidentati e brulli.
Riempiendoti il cuore di luce.
E di come svaniscano, anche, in un soffio di vento. Perdendo la solidità del tronco di un pioppo e diventando volatili come i suoi fiori. Per lasciarti solo desideri da esprimere...e ricordi.
Riflessioni su come la gente non sappia togliersi le lenti che mostrano loro le persone deformate, e non si voglia mai fermare un secondo a chiedersi perchè una persona dice o fa determinate cose. Di come si accontentino di trovare un'etichetta, il più delle volte manco a dirlo di tipo dispregiativo, e il gioco è fatto.
Il nome è dato.
Non si curano di chi ci sia dietro, quella frase, quell'azione, quell'etichetta, perchè sono troppo presi a sputar veleno, ad attaccare, a provare rabbia.
A che pro, mi domando io? Si guadagna veramente qualcosa, a fine giornata, odiando così qualcuno?
Credo che non tutti mostrino il vero sè, la parte più profonda, al primo che passa per strada. E credo anche che non tutti siano in grado di essere sempre accorti, calcolatori, meticolosi, razionali.
Io ad esempio sono una frana: il 99% delle volte che ho avuto screzi con qualcuno, l'ho avuto perchè avevo detto o fatto, o perchè dico e faccio, qualcosa 'di pancia', a caldo, e per questo faccio danni o vengo tremendamente insultata. ...
Mio marito, molto più razionale di me, che riflette 800 volte e poi ancora una, prima di dire fare pensare qualunque cosa, ogni volta scuote la testa, con un sorriso apre le braccia per accogliermi, e mi accarezza i capelli mentre piango, mentre mi arrabbio, mentre mi difendo, mentre dico Ma perchè non si può piacere a tutti? Ma perchè non posso scomparire dalla mente, dalla bocca, dalla curiosità di alcune persone, così da poter vivere tranquilla? Ma perchè non posso fare e dire quello che voglio, e pure sbagliare se mi va, nel mio piccolo orticello?
Lui mi  accarezza i capelli, mi accoglie tra le sue braccia e mi accetta così come sono..
Perchè sa cos'ho dentro. E sa chi sono.
Riflessioni...

1 commento:

Simona ha detto...

Il mio "cambiamento" è dovuto proprio a questioni di privacy. Non avevo più voglia di stare attenta anche alle virgole e, allo stesso tempo, non volevo rinunciare al gusto di scrivere in libertà. Quindi posso immaginare...

Per non parlare di tutte le altre riflessioni. Ogni momento "critico" ti permette di vedere le amicizie per quello che sono veramente: autentiche o fasulle, intense o di facciata, preziose o superficiali.

La maternità... eh, cara Ila. Non penso affatto che tu sia solo una sognatrice, anche se la componente di sogno c'è e ci deve essere (perché no? Che male c'è?). Vedi, io di test positivi ne ho visti due, ma non è bastato per passare alla "concretezza". Eppure non è un'illusione, né una chimera. Poi la stanchezza e la frustrazione ci stanno tutte, figurati se non ti capisco.

Quanto alle etichette... stendo un pietoso velo. Ormai ho deciso di prendere il buono da tutte le persone, ma anche di distinguere nettamente fra chi mi accetta dopo aver fatto lo sforzo di conoscermi sul serio da chi non ha voglia, o tempo, o non so.
Sono in una fase zen dovuta agli esami di psicologia che sto preparando ;-)

Ti abbraccio, lieta di continuare a seguirti, anzi a camminare con te, pian piano, verso la nostra meta.