Ieri sera ero così in aria che appena tornata a casa dal lavoro ho parcheggiato la macchina, ho tirato su il bavero del piumino, e sono andata a fare quattro passi per schiarirmi le idee...
Quattro passi che sono durati più di 1 ora.
Camminavo, camminavo, a volte mi accorgevo che il mio passo era troppo veloce, e questo mi innervosiva.
A volte invece riuscivo senza rendermene conto a procedere lentamente, a ritmo col mio respiro, e a non sentire più l'aria fredda che mi entrava nel naso, ma anzi, mi sembrava che tutto fosse in sintonia con me.
Camminavo, si, le macchine mi passavano accanto, il telefono senza suoneria vibrava nella mia borsa, eppure mi sentivo distante, quasi in una dimensione parallela, rispetto a tutto e tutti.
Il sole alla fine è sceso del tutto dietro alle case e il buio si è presentato in punta di piedi, educatamente, quasi per abbracciarmi piano piano, senza disturbare.
Lo sentivo proprio viscerale, questo bisogno di stare sola e mettere un passo dietro l'altro, buttar fuori la frustrazione, e si, la disperazione, e di ritrovare la lucidità necessaria per vedere tutto con nuovi occhi.
Alla fine, dopo tutto quel camminare e tutto quel freddo, sono arrivata alla domanda che mi porto dentro da un pò: cosa vuoi fare, Ilaria?
Chi vuoi essere, come vuoi esserlo, vuoi continuare su questa strada o vuoi dire basta e fermarti del tutto?
Vuoi veramente che questa Ricerca caratterizzi così tanto la tua vita, e caratterizzi così tanto TE?
Un turbinio di pensieri si sono accavallati, sorpassati, soffocati, scontrati, uno con l'altro, dentro di me.
Alla fine la risposta è stata quella meno semplice ma l'unica possibile.
Non voglio una vita priva della luce, del calore, della bella e buona sensazione che Fede e Speranza mi hanno sempre dato.
Non voglio una Vita che non parli più di ME ma che parli solo di ciò che ancora non ho e che ancora non sono.
Sono sincera, so di volermi ancora una volta buttare a capofitto in questa cura, in questo tentativo, in questa ennesima prova, guardando avanti e immaginando come sempre di potercela fare.
Ma SO anche che ho bisogno di ritrovarMI.
Di ritrovarmi e abbracciarmi, senza parlare.
Di leccarmi amorevolmente le ferite. Perchè ce ne sono state, e qualcuna fa davvero male.
E di vedermi guarire.
Di vedermi di nuovo Viva Sorridente Serena Spensierata Allegra.
Questo fanno le Donne forti, e io non voglio essere una debole.
Ho pianto, piango e sono sicura che piangerò ancora.
Ma non lo considero una debolezza, no.
Cazzo se piangono, le Donne forti!
Questo mi ha insegnato mia madre, che oggi compie 59 anni, e non esiste al mondo Donna a cui vorrei assomigliare di più.
Iniziamo con antibiotico e integratori, e diamoci questi mesi, ok.
Vediamo cosa succede.
Vediamo se Dio ha questo progetto per noi, alla fine.
E se non ce l'ha, continuerò a chiederglielo, incessantemente, come ho fatto ogni secondo
di ogni minuto di ogni ora di ogni giorno negli ultimi 2 anni.
Ma più di tutto, vediamo cos'altro c'è.
Cosa c'è intorno, cosa c'è oltre.
Cosa c'è qui, in questa mia piccola, grandissima, Anima mia
piena di cicatrici eppure forte e vera e coraggiosa come un leone.
Torno a casa.
E prima di tutto, CASA devo essere IO.
Vi ringrazio tutte, sempre.
E vi abbraccio.
5 commenti:
questo post è bellissimo...
sei una donna speciale! non dimenticartelo mai!
E' quello che ti auguro e mi auguro: una vita luminosa e bella. Comunque essa sia.
quando oggi mi sono fermata a pensare a questo giorno dedicato alle donne, ho pensato a donne come te, coraggiose, che combattono tutti i giorni, cadono, si rialzano, ricadono ma sono sempre in prima fila a combattere.
Sono delle riflessioni giuste le tue, vere e coraggiose.
Ti renderanno sempre più forte rispetto alla battaglia, una nuova battaglia, che ti aspetta.
ti abbraccio con solidarietà.
Bellissimo post...sei una persona speciale, a prescindere da quello che ancora non sei!
ti abbraccio fortissimo!!!
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